RifleSSione
Riflessione è l'occhio dell'artista che sceglie il proprio punto di vista per esprimere la sua personale opinione e lasciar intendere, attraverso l'atto creativo, di quali convinzioni vive e di quali idee si nutre nel suo agire quotidiano.
Così, dalla materia affiora la forma divenendo colore o pietra, il tassello di luce domina il costrutto figurativo imponendosi con la sua iridescenza e il legno si lascia plasmare e sgrossare per diventare gl'unici, grandi, messaggi dominanti, quelli che assurgono a "generatori di abbracci".
Qui, tra queste creazioni, l'arte unisce i corpi di coloro che osservano. Gli astanti si sentono avvolti dalle opere stesse diventando testimonianza diretta di chi le ha posto in essere: MARIA TERESA SGUEGLIA, ALFONSO GUARRACINO, VINCENZO GUADAGNO, SIMONETTI PASQUALE. Artefici e artisti che oggi assumono consapevolmente il ruolo pedagogico che ha come fine ultimo quello di "generare abbracci". Abbracci fisici, abbracci simbolici, abbracci di luce, abbracci di materia, abbracci di colore. Fare in modo che nell'atto finale di ciascun manufatto si somiglino i nessi e le idee e trovino un luogo comune dove tenersi per mano, ovvero la location del Centro Polifunzionale Marigliano (ex Chalet) di Piazza Roma dell'omonima città, e tutto questo grazie all'impegno dell'associazione culturale Lartecontinua a partire dal prossimo 27 gennaio e fino al 9 febbraio 2018.
Critico Mino Iorio
Nell'età della tecnica l'arte sta diventando sempre più una finzione, perché viene a mancare l'originalità della creazione e la libertà dell'ispirazione: tutto diventa opaco, inespressivo, inautentico,banale. L'artista diventa un klaun, un istrione sottomesso al capriccio di un "mercato" che domina sovrano, manipolato da un potere che governa la volontà e strumentalizza l'opera dell'uomo. Troppe volte sembra quasi di assistere a un teatrino che mi fa pensare alla guerra dei topi, dei granchi e delle rane che Giacomo Leopardi descrive in un poemetto satirico, "Paralipomeni della Batracomiomachia", in cui i topi sono i liberali italiani, le rane i papalini e i granchi stanno a indicare i reazionari austriaci. Oggi i topi sono i presunti "liberalprogressisti", le rane i benpensanti religiosi di un ecumenismo parolaio e i granchi sono i difensori del potere finanziario delle banche in Europa e nel mondo. Perciò, di giorno in giorno la retorica e il conformismo stanno riducendo l'arte, la cultura e tutta la vita del pensiero a una stagnante e opprimente mediocrità, che soffoca la libertà e la creatività della mano e della mente, riducendo l'uomo a una macchina, un robot, un automa. Fatta questa premessa, cercherò di analizzare sinteticamente le opere di artisti veri, come Vincenzo Guadagno, Alfonso Guarracino, Maria Teresa Squeglia e Pasquale Simonetti. L'arte è la bellezza del mondo, perché la bellezza del mondo è nell'arte. Ognuno degli artisti che partecipano alla mostra, che si sta inaugurando stasera, esprime la propria visione del mondo. Vincenzo guadagno nelle sue tele raffigura immagini della natura temprate dal colore e immerse in un profondo fascino, che incanta. Alfonso Guarracino mette a confronto il tempo dell'uomo e il tempo della vita, quasi a voler interrogare chi osserva le sue opere, non per trovare risposte, ma per porre altre domande. Maria Teresa Squeglia ci dà il senso di una pittura che riflette sulla condizione attuale della donna nei suoi rapporti con la società e con ilmondo di domani. Pasquale Simonetti è uno scultore che plasma figure delicate e possenti traducendo in forme espressive semplici e lineari la delicatezza della luce e la forza della materia nell'eterno divenire di un tempo senza tempo e senza fine. Questi quattro artisti, con convinzione profonda e in forme espressive diverse, hanno saputo accendere raggi di luce e di sapienza, canti d'amore e di dolore, dimostrando che la pittura e la scultura, così come l'architettura, la letteratura, la poesia, la filosofia e la scienza, nascono dal lavoro, dalla sperimentazione dell'intelletto e della mano e guardano lontano.
Marigliano, 27 gennaio 2018
Luigi Simonetti